Uno unum
Testimonianze dal Giubileo delle Famiglie a Roma
Tre giorni intensi, vissuti con il cuore aperto e lo spirito pronto all’incontro. Questo è stato il pellegrinaggio a Roma, in occasione del Giubileo delle Famiglie, che ha lasciato in ognuno emozioni profonde e il senso di aver vissuto qualcosa di davvero speciale.
“Prima di tutto volevo ringraziare l’organizzazione, in particolare Sr Francesca -ha detto una partecipante –. Il lavoro che c’è stato dietro (e che noi non abbiamo visto fino in fondo) è tanto. Ci ha permesso di vivere tre giorni in una maniera perfetta.”

La gratitudine tra i pellegrini è stato il sentimento più condiviso, rivolto non solo a chi ha reso possibile il viaggio, ma anche a quello spirito di fraternità che si è creato nel gruppo, nonostante le diversità di provenienza.
“Non tutti venivano dalla stessa zona, non tutti si conoscevano – ha proseguito –. Eppure si sono create amicizie, chi più profonde, chi meno, ma comunque vere. Una condivisione autentica tra persone che, in altri contesti, magari si sarebbero scontrate per piccolezze.”
Il momento centrale, naturalmente, è stato quello dell’incontro con il Papa.
“Oggi è stato veramente il clou di tutto – ha detto un’altra voce commossa –. Quando mi sono girata e ho visto tutte quelle persone… non eravamo più individui, ma un’unica cosa. È stato fortissimo per me. Me lo porterò nel cuore per tanto tempo.”

Non sono mancati i momenti di riflessione e spiritualità, vissuti in comunione profonda, in particolare durante i riti propri del Giubileo.
“Anche il passaggio delle Porte Sante è stato profondo – ha aggiunto una partecipante –. Farlo insieme, aspettandoci l’un l’altro, in preghiera comunitaria, ha dato senso e forza al gesto.”
C’è chi, con una lunga esperienza di pellegrinaggi alle spalle, ha voluto sottolineare il valore di quanto vissuto:
“Ho la grazia di vivere questi momenti fin da ragazza, dagli anni ’80. Ho incontrato vari Papi, ma ogni volta è un’emozione nuova. Oggi, vedendo il Santo Padre Leone, ho sentito davvero di incontrare Pietro, il ‘dolce Cristo in terra’ come lo chiamava Santa Caterina. Il bianco delle sue vesti sembra richiamare una luce più grande, quella della fede che ci unisce.”
Non è mancata la riflessione su ciò che rappresenta spiritualmente il pellegrinaggio:
“Alla tomba di Papa Francesco– ha ricordato un’altra voce – ho sentito una grande commozione. È come se lui avesse voluto essere sepolto lì per condurre la gente a Maria. È la nostra chiesa madre (S. M. Maggiore), e lì abbiamo percepito fortemente l’unione tra la Chiesa della terra e quella del cielo.”

In tanti hanno condiviso anche lo stupore per la presenza giovanile:
“Mi ha colpito vedere tanti giovani in preghiera, inginocchiati. Sono rimasta sbalordita. Una fede viva, che si manifesta con semplicità e forza.”
Il ringraziamento finale va a chi ha detto il suo “sì” con generosità.
“Quando Madre Roberta ha espresso il desiderio di vivere questo Giubileo, suor Francesca si è resa disponibile. Senza di lei, oggi non saremmo qui. A lei va un grazie di cuore, perché ha saputo guidare tutto con dedizione.”
Un pellegrinaggio che ha unito, commosso, rafforzato nella fede. E che rimarrà nel cuore di tutti come una luce che continua a brillare anche nel ritorno alla quotidianità.
Un’esperienza di Chiesa viva, proprio nel cuore della Chiesa, a Roma.