Camminare, insieme, verso Dio
Testimonianze dal Giubileo delle Famiglie a Roma
Roma, 2025 – È difficile raccontare cosa accade dentro un pellegrinaggio. Perché mentre lo si vive, si cammina insieme, si prega, si osserva e si condivide. Ma poi, al ritorno, resta qualcosa che non si vede e non si tocca: resta nel cuore. Così è stato per molti partecipanti al Giubileo delle Famiglie a Roma, un’esperienza intensa di fede, bellezza e fraternità, che ha lasciato un’impronta profonda nei cuori di chi vi ha preso parte.
Piccole scoperte, grandi emozioni
“Mi è piaciuto tutto: dai momenti spirituali ai piccoli quadretti di vita quotidiana. Tutto è stato una sorpresa.” Così racconta un partecipante.
Un amore che si trasmette
C’è chi è legato da anni alla realtà delle suore: “Lavoro con loro a Villa Augusta, e dico sempre che è la mia seconda casa. Con loro ho vissuto momenti bellissimi e sono stato in luoghi che mi sono rimasti nel cuore, come questa Roma che ho potuto far vedere anche a mia moglie, per la prima volta.”
La meraviglia per l’arte e la fede si intrecciano: “Guardo sempre verso l’alto, verso le volte, come se cercassi l’infinito. Questa bellezza ci dice che Dio c’è, e ci sarà sempre.”

Il primo pellegrinaggio
Per alcuni è stato il battesimo del pellegrino. “È stato il mio primo pellegrinaggio, la prima volta a Roma. Mio marito me l’ha regalato per il mio compleanno. Torno a casa con una ricchezza che prima non avevo. La gioia che ho provato è infinita, e mi sento più capace di affrontare questa vita così travagliata. Torno con un cuore più leggero — non perché ho vissuto poco, ma perché ho vissuto tanto.”
Un cammino che trasforma
Altri raccontano una trasformazione più profonda, quasi interiore. “Volevo un’esperienza forte, spirituale. E quando ho ricevuto il messaggio di Suor Francesca con la locandina, ho capito che era un segno. Dovevo andare.”
Questo pellegrinaggio non è stato solo un viaggio fisico, ma anche l’inizio di una conversione personale: “Volevo capire se il mio desiderio di vivere da cristiana fosse una fiammata del momento o qualcosa di più profondo. Ora sento che è uno sguardo nuovo sul mondo.”
Il tono si fa quasi ironico e commosso insieme: “Mi definisco una pellegrina disperata — forse inizierò una carriera eremitica, che costa meno fatica fisica — ma torno a casa con tanto. Ho lasciato dietro un carattere un po’ giudicante, e mi sento trasformata.”
Segni e catene
Toccanti anche le immagini portate nel cuore: “Le catene di San Paolo mi hanno dato un tuffo al cuore. Credo che non sia facile essere cristiani oggi, ma è qualcosa di profondamente bello.”
Chi lavora ogni giorno in ambienti multiculturali, con bambini di altre religioni, sa che la testimonianza passa anche dal gesto quotidiano. “Non è facile, ma è bellissimo. E oggi torno con più forza.”
Un passo condiviso
Il Giubileo delle Famiglie non è stato solo un evento. È stato un cammino vissuto insieme, con fatica e bellezza, in cui le relazioni si sono intrecciate come fili di un tessuto spirituale.
“Abbiamo formato un piccolo gruppo, quasi una piccola amicizia — e penso che sia piaciuto a tutti,” ha detto qualcuno. E in quelle parole, forse, si trova la definizione più semplice e autentica di pellegrinaggio: camminare, insieme, verso Dio.