Una Presenza Preziosa all’INT di Milano
Le origini dell’INT di Milano risalgono storicamente al 1928, anno della sua apertura. Tuttavia, già quattro anni prima, nel 1924, mentre erano in corso i preparativi per la creazione di un Istituto dedicato alla cura dei pazienti oncologici, nonché la ricerca di una Congregazione religiosa disposta a svolgere questo delicato compito, intervenne decisamente l’Arcivescovo di Milano, Sua Eccellenza Mons. Eugenio Tosi.
L’Arcivescovo dichiarò di aver già individuato una Congregazione idonea, grazie alla sua conoscenza diretta di Suor Melania, appartenente alle Figlie di Nostra Signora della Neve. Suor Melania, impegnata nel reparto degli incurabili, si era distinta per la sua particolare delicatezza e dedizione verso i pazienti più bisognosi di cura. Tale qualità garantì la scelta, ulteriormente facilitata dal fatto che Suor Melania, in quel momento, non aveva altri incarichi. La religiosa si rivelò all’altezza del compito affidatole negli anni in cui prestò servizio nella struttura, affiancata da altre consorelle animate dallo stesso spirito di carità.

Nel corso di circa un secolo, nella Comunità religiosa si sono succedute circa 28 religiose, impegnate in molteplici mansioni: dalla cura dei pazienti in qualità di caposala o infermiere, sia professionali che generiche, all’accompagnamento dei medici durante le visite mattutine, annotando lo stato di salute di ogni degente e eventuali nuove prescrizioni. Le religiose si occupavano anche dell’accettazione e valutazione delle richieste, sia interne che esterne, presso la portineria, del supporto nei vari spostamenti all’interno dell’Istituto, e della gestione della cucina per la preparazione dei pasti, destinati sia ai pazienti che al personale, con la responsabilità di effettuare i necessari acquisti.
La fiducia riposta nelle religiose dalla Direzione era tale che esse erano coinvolte in ogni ambito della vita dell’Istituto, compresa la gestione di un convitto che ospitava numerose giovani impegnate in servizio presso l’ospedale. Le suore si prendevano cura di loro come fossero figlie.

La Comunità religiosa si occupava anche dell’Associazione “Donatori di Sangue”, con una religiosa che, per un periodo, ne fece parte attiva, garantendo la disponibilità e la distribuzione del sangue all’interno dell’Istituto. Inoltre, le suore presenti nei vari reparti provvedevano alla distribuzione del Sacramento dell’Eucaristia e si facevano portavoce delle richieste di colloqui con i Cappellani da parte dei pazienti, affinché questi ultimi potessero ricevere i sacramenti della Riconciliazione e dell’Unzione degli Infermi.

Le religiose curavano anche i paramenti sacri della Cappella durante le celebrazioni della Santa Messa e si occupavano dei fiori offerti in dono alla Madonna, come segno di ringraziamento o accompagnamento alle preghiere.
Oggi, il numero delle religiose presenti nell’Istituto è ridotto, ma la loro presenza rimane significativa, come dimostra il continuo desiderio di coinvolgerle da parte di chi frequenta la struttura. Le suore della Neve, pur non necessariamente infermiere o dotate di competenze sanitarie, offrono un prezioso accompagnamento ai malati, ai morenti e alle loro famiglie.
L’accostamento non avviene con atteggiamenti di superiorità, ma con umanità e sensibilità, maturate attraverso esperienze personali di vulnerabilità e sofferenza. E’ un accompagnamento che vuole contribuire a restituire dignità alla persona, cercando di portare alla luce risorse interiori utili per metterle al servizio della salute e della speranza. Aiutando così il malato a sentirsi legato alla vita e a trovare un senso al soffrire.

L’assistenza spirituale è disponibile per i pazienti, i loro familiari o il personale ospedaliero, indipendentemente dalla fede o dalla visione del mondo di ciascuno. Le religiose si pongono accanto con rispetto e attenzione, rispondendo alle esigenze umane e spirituali di chiunque si rivolga a loro.
Non è raro sentire visitatori affermare quanto sia fortunato l’Istituto a poter ancora contare sulla presenza delle Suore. La loro casa è spesso frequentata da persone alla ricerca di orientamento o conforto, accolte sempre con disponibilità e desiderio di rendersi utili, nel rispetto delle proprie possibilità.